Ecco, metaforicamente parlando, io son dei giorni che incontro un sacco di turbolenza ovunque. Niente concorde, solo grandissime secchiate di merda.
Persone in ansia che mi scambiano per psicologa, ma che non potrei mai minimamente risolvere. Tuttologi che mi dicono cosa fare sempre e comunque, ignari della mia direzione ostinata e contraria di fronte al sacro graal del finto sapere. Corteggiatori che non capiscono quanto sia inutile il romanticismo con una disagiata che scappa come un missile appena sente un complimento.
Amici feriti che si stanno facendo sempre più male, ma solo loro potrebbero migliorare la situazione.
Dato che per me, mi perdoni il Grigna, un viaggio non ha senso solo senza ritorno se non in volo, io, zaino in spalla e cane al fianco, ho deciso che la mia maschera per respirare e restare lucida si chiama silenzio. Per proteggermi da tutto e tutti. Senza rispondere, capire, decidere e programmare nulla. Solo ascoltandomi attimo dopo attimo, semplicemente camminando.
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