Al parco, mentre il muso scorrazza, penso che ad annusare bene bene un po’ si sente già l’odore di primavera, ma che forse è tutta una questione di luce, perchè per la primavera in effetti è un po’ presto, ma siccome a me piace da matti, io per precauzione sta cosa me l’annuso tutta. E poi: che se fossi maschio le avrei regalato facciamo un gioco di Carrère, mica come questo tipo sulla panchina di fianco a me, che si vede benissimo che le ha appena regalato l’ennesimo libro di merda e improvvisato, che io le persone le associo ai libri solo quando ci sono dentro e a caso mai, che c’ho la lucidità intermittente e secondo me non c’è un’età che la ragione con la erre maiuscola arriva, ma nel caso mi sa che con l’inconscio l’ho mancata di proposito, che non capirò mai che cazzo c’avrà la gente da urlare e far l’applausino quando in discoteca o al ristorante o in qualsiasi altro posto va via (e torna) la luce, che delle volte più che partecipi siam dei participi (passati?), che ieri ho ordinato una agenda a Brooklyn e oggi ho scoperto che se va bene arriverà tra un mese e che no, ho rinunciato all’orologio, ma un mese senza agenda nelle tenebre non ci so stare, che sto scrivendo tutto di getto e chissà che penserebbe qualcuno ad analizzarla con logica psicologica ontologica etimologica e filologica la mia testa, ma a me come immagine adesso mi viene il prisma fighissimo che fa gli arcobaleni, e allora va bene così. Ora scusate, ma vado a recuperare il muso, prima che si attacchi con tutti i minibimbi del parco.
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