Dodici mesi di autunno e io che aspetto ancora l’estate, mi spalmo la crema e prendo la prima nebbia dell’anno, che chissà se varrà esprimere un desiderio, ma comunque a crederci in se stessi il futuro si affronta meglio e allora va bene anche se. Io alle persone che ci voglio bene, a me viene sempre da dirgli gli insulti dolci, tipo ma vai in coccola oppure spaccamaroni oppure fetentechessei, mi viene anche da fidarmi e ringraziarle, nel caso, ma ho notato che sta cosa ultimamente va poco di moda, ultimamente la gente è impiattata strana, solo domande da fermi, solo urla e tutto e subito e poi basta, allora a me delle volte viene lo sconforto e prendo i cani, la musica e certe volte pure la gatta e cammino, cammino, cammino, fino a quando non mi passa. Che io, a parlare di me sono mica tanto brava, per camminarmi devo scrivermi, allora di getto mi viene da pensare che la vita, certi canini che il sorrisone bisognerebbe far di tutto per tenerselo, e invece i finti problemi, l’orgoglio, l’arroganza, i silenzi che uno aspetta e aspetta ma aspetta cosa?, i concetti che sembrano budini, i per sempre che fanno paura, i grazie non detti, i distacchi obbligati, io a tutte queste pizzicatine qua io gli toglierei il grembiule, che i lieti o non lieti fine son poi sempre nuovi inizi. (fischietta)
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