“Perché uno ha sempre la tentazione di diventare un costruttore di galere per sé e per gli altri. Tutto il resto sono balle. E comunque io avevo una voglia di stare con questa qua, soltanto che qualche anno prima per qualche mese avevo avuto due storie in contemporanea e era diventato tutto un inferno.
E allora io avevo pensato che non volevo rifarlo un bell’inferno per me e per dell’altra gente. E però poi con questa qua ho continuato a uscirci e anche se chiacchieravamo moltissimo, mentre chiacchieravamo pensavo sempre a quanto doveva essere bello abbracciarla, e anche andarci a letto, perché era anche una ragazza forte, una ragazza che sembrava sia delicata che forte, e quando pensi di abbracciare una è bello che sia anche forte, una di quelle che quando sono contentissime ti mollano quelle abbracciate che ti manca il respiro. E pensavo che mi sarebbe piaciuto, mentre lei mi abbraccia fortissimo, metterglielo dentro tutto, come quando senti proprio il tuo pube e il suo che si sfregano fortissimo. Con quella faccia da melone contento che aveva quando ci guardavamo in faccia. Mi venivano delle fantasie di darle dei baci con lo schiocco per vederla fare certe facce.
Poi nessuno ha preso l’iniziativa per tre mesi, anche se ci vedevamo due volte alla settimana. E lei deve essersi rotta. Anche giustamente. E io sono stato malissimo e mi è venuto dentro lo sbragamento totale. Mi è piombata addosso una grande amarezza come non mi veniva più da tanti anni, che mi faceva morire la voce dentro allo sterno, come quando parli e ti vien fuori la voce da vecchio. Però è stata anche una bella cosa perché, pensavo, fai una cosa e stai male perché l’hai fatta; se non la fai invece va a finire che stai male lo stesso perché non l’hai fatta. Quindi, quando uno sa che starà male comunque, dopo puoi fare quello che ti pare e star male tranquillamente perché sai che è inevitabile.”
Poi nessuno ha preso l’iniziativa per tre mesi, anche se ci vedevamo due volte alla settimana. E lei deve essersi rotta. Anche giustamente. E io sono stato malissimo e mi è venuto dentro lo sbragamento totale. Mi è piombata addosso una grande amarezza come non mi veniva più da tanti anni, che mi faceva morire la voce dentro allo sterno, come quando parli e ti vien fuori la voce da vecchio. Però è stata anche una bella cosa perché, pensavo, fai una cosa e stai male perché l’hai fatta; se non la fai invece va a finire che stai male lo stesso perché non l’hai fatta. Quindi, quando uno sa che starà male comunque, dopo puoi fare quello che ti pare e star male tranquillamente perché sai che è inevitabile.”
Ugo Cornia, Sulle tristezze e i ragionamenti
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