Ci sta questa cosa che ogni anno provo a fare un riepilogo di quello che mi è successo, ci provo perché scrivere mi fa definitivamente "digerire", ma non è facile, trattasi di pippone personale psicologico che manco rileggo, quindi nel caso ricordatevi che in alto a destra ci sta la x, cliccate quando non ce la farete più e sarete salvi. Altrimenti proviamo, buona lettura.
Gennaio ho trovato un piccolo talismano, Come d'aria di Ada d'Adamo, libro importante che parla, tra i tanti stimoli, di incorporazione, il passaggio da un corpo all'altro durante la gravidanza di informazioni e conoscenza. Cosa mi ha trasmesso mia madre, mi sono chiesta? Educazione, valori, ma anche ansia e agitazione? E mio padre? Follia creativa, senso dell'estetica all'ennesima potenza, snobbismo, ma anche distanza? Da lì, domanda dopo domanda, purtroppo è partito un viaggio di scorporazione necessario e doloroso. Perché perdere i genitori da piccoli li fa cristallizzare nella perfezione, invece diventare "grandi" te li fa accettare per quello che sono stati. Due persone che hanno fatto quello che potevano, ma che, probabilmente senza rendersene conto, hanno commesso anche tanti errori, ad esempio preferire mio fratello a me. Lui calmo, io vivace. Lui voluto, io capitata. Lui devoto a sua maestà la matematica, io all'arte. Lui buono, io sì vabbè. Perché non mi ero accorta di nulla? E che cosa ha comportato questo farmi sentire sbagliata? Questo viaggio nel passato è culminato, a fine settembre, con crisi di pianto, rabbia, credo tutti i passaggi della rimozione del lutto e finalmente è finito con un meraviglioso senso di liberazione, tipo come quando l'eroe fa il suo viaggio difficilissimo e trionfa oppure quando una fagiana, io, prova a fare una maratona, poi devastata si siede a godersi il panorama e il meritato riposo.
Pensate che da settembre mi sia goduta questo successo? Ovviamente no, perché parallelamente, da marzo, ho avuto sul lavoro un anno di merda decisamente non adatto ai deboli di cuore. Da un giorno all'altro mi hanno spostato fisicamente e lavorativamente dalle "mie persone" e messo a fare un progetto che di creativo non ha niente. Peggio. Le mie persone pian piano sono state a casa, in un crescente clima che mi ha portato ad avere crisi di panico e annientato l'entusiasmo, in assoluto il mio super potere per sopravvivere.
Presente Dalla e la quinta luna, con la testa di un signore che giocava a biliardino? Uguale. Hai voglia a piangere e dispiacerti e guardare in faccia la mancanza, tutto inutile tranne sperare di non perderle le mie persone, non succederà, abbiamo seminato amicizia, mica lavoro. Per fortuna.
Epperò. I miei randagi e gli amici di sempre, nuotare, camminare, leggere, viaggiare, distrarsi, andare a teatro, scalare montagne. Sopravvivere è dipeso da me. Credo che se mi fosse successo tutto questo anche solo l'anno scorso, sarei stata letteralmente calpestata da tutta la gente cattiva e ignorante con cui ho avuto a che fare. Invece eccomi qui. Pian piano, in rigoroso silenzio, ho osservato, dubitato e incanalato la rabbia in maniera costruttiva per difendermi dagli altri, tanto passare la vita arrabbiati è inutile.
Ho accettato la mia fragilità, imparato a fermarmi, capito chi volevo e chi no e sono riuscita a fiorire. Ho imparato a volermi bene, senza lasciare scampo alle paranoie. Ho provato a superare i miei limiti e scoperto giorno dopo giorno di avere una forza molto razionale che mi ha spinto semplicemente a fare quello che potevo, anche sbagliando, per stare un pochino meglio e sentirmi libera da tutti e tutto. Sono diventata quella che esulta a Napoli il giorno dello scudetto, fa pace con la Val di Sole, attraversa a piedi la Val d'Orcia, respira alla buca delle fate e riabbraccia il Marocco. Quella che sceglie, non più la bambina capitata e non prevista, che non doveva manco nascere per via di una rapina. Ho imparato a surfare tra paletti e no, a chiudere porte e riaprirle solo quando lo voglio veramente io e ho persino fatto sopravvivere una pianta. D'accordo, mi sono trovata una scimmia in testa, ho pianto un sacco soprattutto in macchina, ho parlato con una mantide, ho perso la voce in continuazione e sono 15 gg che sono malata, credo come forma finale di espiazione, ma ok, chi mi ferma più a me?
Penso che potrebbero succedere altre mille cose negative ormai, le affronterò cercando di non perdere l'ironia e di cucirmi un po' di cambiamento positivo addosso (me l'immagino azzurro). Morte a parte, obviously, proprio nessuno riuscirà a mettermi in un angolo. Mica mi chiamo baby, del resto.