Zoo o lettere non d'amore. È stato con questo libro che per la prima volta, a gennaio, ho sentito la voglia fortissima di tornare a passare un fine settimana analogico, senza cellulare, netflix, internet, social, mail, notifiche eccetera eccetera.
Mi è piaciuto talmente tanto stare due giorni con me stessa, che ho continuato tutto l'anno in questa direzione: ho riletto Terzani e ho visitato i suoi luoghi, ho camminato nella natura, ho ascoltato in salita il silenzio, non avendo più paura di caderci dentro.
Un giorno, anzi due, mentre camminavo ho pianto, facendo scivolare via le mie pseudo difese che diciamolo, facevano acqua da tutte le parti. E nel momento di massima trasparenza, eccola all'improvviso la rivelazione, lo squarcio nel mio passato, presente e futuro: non avrei potuto fare altrimenti per sopravvivere, davanti ad un trauma ci si difende come si può per non annegare e io, arrabattando un pochino di qua e di là, ho fermato come potevo il dolore, ma sono comunque riuscita a non annegare.
Non è sempre necessaria la perfezione, conta il risultato: questo sto continuando a ripetermi mentre cammino e respiro sui colli, fotografando tutti i paesaggi che voglio perché mi riempiono finalmente di colore la vita.
Penso che volersi bene senza sensi di colpa sia una gran bella avventura, una forma di libertà tutta nuova e da scoprire, che auguro davvero a tutti.
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