Sono dissociata. Ci ho messo una vita a capirlo, non so nemmeno bene bene cosa voglia del tutto dire, ma adesso che lo so finalmente mi sento bene. Essere dissociati non è uno scherzo, fai dei collegamenti che da fuori sembri pazza, un po' lo sei, in effetti, ma comunque non è uno scherzo, essere dissociata. Tipo. Ti capita di inseguire idee ed associarle con una logica che capisci solo tu, oppure di essere talmente concentrata da perderti per strada o peggio non riconoscere la gente che incontri, con conseguenti figure di merda per niente diplomatiche sul quanto sei snob da non salutare nemmeno eccetera eccetera eccetera. E ancora: perdere il carrello al supermercato, fare una fatica porca a buttar fuori discorsi lineari perché per te sono troppo lunghi, sapere già dove le persone normali stanno andando a parare coi loro discorsi che ti sembrano infiniti, non lo sono, cercare di stopparle perché avete tempi differenti, non sono lenti loro, sei tu troppo veloce, non sopportare i tempi morti, per loro non lo sono, zampettare di qua e di là con conseguente sfinimento fisico, non ascoltare il tuo corpo, nemmeno una parte di te, quella difficile, chissà se mi spiego. È tutta una questione di traumi: hai la parte del cervello creativa che è talmente sviluppata da immaginare animali parlanti, ragionare coi colori, avere le allucinazioni, epperò ti fa talmente male un qualcosa che hai vissuto, da cercare di escluderlo con tutto te stesso. Quando mia mamma stava morendo mi aveva detto che le dispiaceva tantissimo abbandonarmi perché ero ancora piccola e avevo bisogno di lei. Ero magrissima, fumavo e basta praticamente, il mio corpo era un disastro, la mia testa ha cercato con tutte le forze di stare su perché le alternative erano due, affondare o reagire. Ho combinato un pasticcio, non sarei io altrimenti, sono stata a galla, ho annaspato, ma ho anche sofferto come una bestia. Mi è andata bene, alla fine la mia testolina, che, diciamolo, è carina, si è creata una specie di ventaglio tutto suo sfaccettato multiplo, ha imparato a conoscermi con dei collegamenti tutti suoi, che continuano ad essere incasinati a bestia, ma hanno una base solida, mi pare. Non potrò mai diventare logica o razionale come le persone normali, nemmeno apprezzare i tempi morti, mi sa, ma l'importante è avere i contatti delle varie parti di me belli fluidi, capaci di parlarsi ed ascoltarsi l'uno con l'altro. E ancora. Avrò sempre paura dei traumi, continuerò a reagire malissimo di fronte ai cambiamenti di umore delle persone, sarà difficilissimo dar del tu ai legami, però, però. Però se dovessi descrivermi al momento, a me come immagine viene in mente un cristallo di quelli che col sole fanno i colori dell'arcobaleno, che vuol dir tutto e niente, ma siccome a dirlo mi viene da ridere, allora per ora va bene così.
martedì 30 luglio 2019
sabato 6 luglio 2019
Camminare numero 5816
Io dentro m'han tolto il menisco e la cistifellea, il resto c'è tutto, direi. Tu sei al completo?
Come lettere scarlatte invece ci sono la elle e la a, dove elle sta per lavoro, a per affetti, c'ho lettere da carenze e stressss, come si creano gli equilibri che non so farlo? E se funziona come un tetris, dove lo metti l'amore che avevi per chi non c'è più? A chi va? Resta dentro tra esofago e diaframma? Scende giù in pancia e poi lo butti fuori? Esce come quando respiri? La bile non è solo rabbia, è anche malinconia, lo sapevi? Non la so usare io la bile, mi arrabbio direi solo con una persona e cerco di non pensare alle mancanze, allora come risultato, invece di buttarla fuori, sto male che la mia bile l'ho calcificata, è per quello che da un anno a questa parte non riesco più a mangiare.
Non si capisce nulla di questi pensieri estemporanei vero? Lo so, però scrivere mentre cammino mi fa respirare, infatti in questo momento sento un miscuglio di mancanza e sospiri e odore di mare, allora mi viene quasi voglia di farti mettere in ordine dentro e se le teste si rimpiccioliscono va bene così.
Iscriviti a:
Post (Atom)