giovedì 28 novembre 2013

lunghezze

Pensavo a quelli che dopo che è successa una cosa lo sapevano già da prima, cioè quelli che hanno sempre la vista lunga, che hanno la vista più lunga del normale, se tu hai cento metri di vista, e altri cinque hanno cento metri di vista, loro ne hanno sempre centocinquanta metri, ovviamente vista spirituale, i normali pensavo ormai devono essere in via di estinzione perché vai a casa da un tuo amico e sua moglie ha una vista più lunga del normale e sa quando muore tua madre e lo sa prima di te, grazie a questa sua vista più lunga, e poi incontri per strada uno che era con te al liceo e lui ha comprato la macchina più lunga del normale, poi la sera vai in birreria da un tuo amico e c’è sempre un avventore che c’ha il cazzo più lungo del normale, poi devi portare una cosa a uno che lavora con te e che tu non sei mai stato prima a casa sua, e lui ti fa vedere che ha il giardino della sua villetta a schiera che è più lungo del normale, perché riuscito a comprare la villetta a schiera d’angolo, quella che aveva il giardino più lungo, mentre gli altri sei hanno preso quella col giardino normale, e allora pensavo che ormai viviamo in una società più lunga, la società più lunga che c’è stata fino adesso sulla faccia della terra dopo tante società normali o addirittura anche più corte delle società normali, e in questa società più lunga, dove tanta gente ha qualcosa di più lungo, ormai ci devo essere rimasto solo io di normale con una visione lunga normale e il cazzo lungo normale e la macchina lunga normale e senza neanche il giardino.
E va anche detto almeno che di tutti i casi analizzati quello che ha il cazzo più lungo del normale almeno è l’unico che fa ridere perché è ovvio che è uno che si diverte a contare delle balle.
Ugo Cornia, Le pratiche del disgusto
                    

life

Touch Animation by Elentori

Bird Millman walks wire over Chicago, 1922




memo

image by zebraapois

Egon Schiele, Woman

Egon Schiele "Women" at Richard Nagy, London, June 2011 | Flickr - Photo Sharing!

mercoledì 27 novembre 2013

Sentire

Stasera guardavo un muso di nipote di cinque giorni che dormiva con una pace, ma una pace, che poi, quando ha aperto gli occhi e mi ha guardato all'improvviso mi ha steso, pooff, sciolta in un attimo. E mentre tornavo a casa me lo sono chiesta con queste genialità qui come mai a crescere si inizia per forza a brontolare con parole spesso inutili, poi ho pensato che io, per me, dormire beata come un muso di nipote di cinque giorni ci farei la firma, ma già rendermi conto di avere voglissima della luce della neve e del Natale fuori e dentro solo candele, ecco, già questo fuori silenzio ovattato dentro musica viva, è un sentire proprio bello.

lunedì 25 novembre 2013

see ya!

shoot by Stephanie Chaves

Prendimi, fai pure le arcate destinate all’incontro

"Prendimi, fai pure le arcate
destinate all’incontro, cerchiami,
poggiami nel tuo fondo migliore,
fai di me struggimento e crepe,
scioglimi di cinghiate lamine, vuotami vuotami,
tira via me, scovami dal mio inno deposto, dalla
fuggitura angolata in cui mi incuneo, sconciami,
fai potature essenziali, entra
con questo antico seme, col saluto di lingue,
di cosparse acque di cime rotonde, nel segreto
delle manovre con in pugno sostanze
e con colpi con colpi a striscio
a fronte punta me, dalle tue lontananze
punta me, a pendaglio a picco sonoro,
nelle sconosciute difese punta me
che mi sporgo lasciando lasciando, dal tuo
guscio insondabile la mia sporgenza
culmina in questo arco del cuore.
Ti avanzo. Ti avanzo incontro.
Prendimi. Prendi me."

Mariangela Gualtieri, Fuoco centrale e altre poesie per il teatro, Einaudi

F. C. Gundlach, Bambi in a sheath dress by Horn, 1957

Fav photographer F.C. Gundlach, 1950s portrait

venerdì 22 novembre 2013

la smania

.

Solo per dire che una minibimba di nipote sta proprio arrivando e niente, mentre cerco di capire quando ci conosceremo, mentre cammino e saltello e sorrido, mentre gironzolo avanti e indietro, provo una smania, ma una smania, e un bene, ma un bene, che penso siano la smania e il bene più emozionanti di tutti.

swing


http://arteriosa.tumblr.com/image/67748424611


Sheryl Crow | Run baby run

She was born in November 1963
The day Aldous Huxley died

giovedì 21 novembre 2013

È tempo di scarpe nuove

Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria, ma siccome piove da lavare tutto quello che fa guaio e non sono mai stata brava con le parenti della matematica, questa cosa qui della dinamica la vorrei capire partendo da un abbraccio fortissimo, che in un periodo strano come questo, secondo me, è la migliore partenza possibile. Strapparsi i sensi per non soffrire non ha senso, anestetizzarsi per non pensare nemmeno, meglio ascoltare, aggrapparsi testa e pancia alle poche certezze che abbiamo, coccolarsele con tutto l'amore che c'è ed aspettare la musica bella bella, che prima o poi arriva sempre, ne sono sicura. Penso sia questa la reazione giusta.

lunedì 18 novembre 2013

Lettera a Bianca

Cara Bianca,
tua zia oggi ha guardato mille biberon, ma niente, non c'è saltata fuori. E no, non ha chiesto alla commessa, le è scappato da ridere a vedere un inaspettato muro pieno di biberon e tappi diversi ed è uscita dal negozio a mani vuote. Dopo ne ha parlato con i tuoi genitori e stranissimo, ha scoperto che all'inizio, se prenderai il latte, nemmeno ti servirà un biberon e poi il tappo giusto si vedrà quando sarai più grandicella, non adesso, tra un po'. Ma pensa, io mica lo sapevo, mentre loro, loro, il tuo papà e la tua mamma altro che tipo di biberon, con loro un amore, ma un amore che a pensarci mi commuovo, si vede già da come ti abbracciano nel supertele, vedrai tra poco quando uscirai, ogni giorno avrete un sorriso in più per crescere insieme e sarà un'avventura che ti regalerà sorprese bellissimissime.
Tua zia invece, biberon a parte, è una settimana che non dorme perché non vede l'ora di conoscerti, ma lei, ecco, lei di bambini non è pratica, tipo che anche in braccio non li tiene, ha il terrore di inciampare, che quello le viene così bene, ma piedini nelle mani, con o senza biberon, pronta a giocare, inventare, disegnare, cantare, ridere, ascoltare, camminare e poi correre insieme, lei, quella del muso di cubotto, una promessa te la vuole fare da subito: lei, per te, ci sarà sempre, ma sempre sempre. Parola di zia.

David Salle, My Subjectivity, 1981

David Salle  My Subjectivity (1981)

Eric Fischl, The Travel of Romance, Scene V, 1994

Eric Fischl, The Travel of Romance, Scene V, 1994, oil on linen, 70 ” x 54”.

Our smiles should touch now

sabato 16 novembre 2013

per non vergognarsi mai, mai, mai


- nuova ricetta resda (ndr la resda è la casalinga reggiana) young. Gustosissima, pronta in un attimo senza usare i fornelli e senza sporcare. Lasagne ai carciofi!
- solo se almeno la pasta è John Frog, tutto casalingo non inciuciato mi sentirei troppo poco resda!
- ma no è un inciucio allucinante, ma sembra fatto in casa tipo resda. Una confezione di lasagne fresche 250 gr, due barattoli di carciofini alla contadina, due scatole di besciamella pronta.
- favolose! Allora sì, il trucco sono le due scatole di besciamella!
- frulli i carciofini sgocciolati, unisci la besciamella, fai gli strati con la pasta, mezz'ora in forno e il gioco è fatto! Poi un sacco di complimenti, ma come hai fatto? è difficile?
- domenica?
- vorresti provarle? Sono fantastiche!
- ne farei una anche coi funghi!
- vero, coi funghi stesso procedimento...da leccarsi i baffi! Ma poi non hai fatto in realtà un cazzo e prendi un sacco di complimenti, è imbarazzante questa lasagna young!
- se nasce mia nipote tutti in ospedale con la lasagna! ahahah, piango dal ridere a immaginarci in ospedale con una lasagna!
- finger lasagna, super chic!
- parmigiano serve?
- sì e noce moscata.
- uh noce moscata ho la 2003!
- ok la porto io.
- no!
- 2003 è la scadenza. Quella simpaticissima noce è maggiorenne.
- ha la saggezza moscata che a noi manca.

tocca per inserire messaggio
(nb: io me lo sento che la lasagna resda young sarà un capolavoro, me lo sento..)


Zebra Crossing

// Tokyo

venerdì 15 novembre 2013

Quasi amore

È sempre stata una cosa stranissima per me – ho pensato in quei giorni – come mai a un certo punto c’è una persona che in qualche modo ti altera il ritmo circolatorio, i suoi movimenti accelerano e rallentano le velocità del tuo sangue come il traffico e i terremoti, e poi questo pezzo di mondo si diffonde negli strati oscuri del tuo cervello e si mette a spostare i blocchi dei tuoi pensieri. Chissà che casino mi è successo dentro alla testa, coi neuroni che fanno le loro tracce, nuovi tracciamenti nuova vita – ho pensato – le cosiddette nuvole chimiche dei nostri umori, me lo prendi dentro e ti metti a pulsare, a mollare e stringere e mollare e stringere, e vien fuori del tracciamento neuronico nuovo, vita nuova. Nuove tracce nuove giornate. E alla fine diventiamo dei sacchi pieni di pezzi di mondo buttati dentro a caso, a seconda della fortuna. Se sei sfortunato e non fai gli incontri giusti diventi un sacco pieno di frattaglia morta, se sei fortunato diventi un sacco pieno di belle cose.

Ugo Cornia, Quasi amore, Sellerio 2001

l'assenzialismo


Learco Pignagnoli | Opera numero 13

,
Tranne me e te, tutto il mondo è pieno di gente strana. E poi anche te sei un po’ strano.
Learco Pignagnoli

Luca Carboni | Vieni a vivere con me


giovedì 14 novembre 2013

Pioggia

Siccome un sacco di gente brontola per via della pioggia volevo dire che secondo me, quando piove, mica è obbligatorio essere tristi tristi, per me si potrebbe anche correre sotto l'acqua, farsi un bagno caldo, ascoltarsi sotto la musica mentre si stuzzica scalzi con un bicchiere di rosso, oppure anche niente, rinunciare a tutto che il tempo non può perdere noi, ridere e farsi subito l'amore.
Poi ecco, scegliete voi.

[memo]

Rivisitazione dell'urlo di Munch

mercoledì 13 novembre 2013

The Cure | Pictures Of You


John Lennon e gli esserini verdi

Tra Yoko Ono e Yoko Ono, John Lennon ebbe una storia con May Pang, consigliata da Yoko Ono, il lost weekend, lo definiva John Lennon, Yoko Ono non so, a me è rimasto impresso che all'inizio inizio John Lennon volesse salire a casa di May Pang, May Pang non volesse, Yoko Ono non so, May Pang disse a John Lennon vai a casa e allora lui, John Lennon, mentre andava a casa, disse a lei, May Pang, di stare attenta agli esserini verdi che si arrampicano sui vetri e poi stranissimo, gli esserini verdi quella notte entrarono per davvero dalla finestra di May Pang e ci rimasero almeno diciotto mesi, forse di più.
E niente, Yoko Ono non so, ma a me, questa cosa qui degli esserini verdi, sembra bellissima.

Roberto Vecchioni | Per un vecchio bambino

domenica 10 novembre 2013

zebra crossing

Non lo so, ma è qualcosa

Dal giorno alla notte, quel passaggio lì io non lo so, comunque non è nulla, cambia pure il profumo dell'aria che respiri e più diventa buio più diventa buono, quindi è qualcosa, chissà. Nemmeno che cos'ho sotto ai piedi mentre cammino lo so, il morale non lo calpesterei quindi è per forza un'altra cosa, comunque non è nulla. Chissà.
Di come facciano i pensieri ad accarezzarti meglio le sere neanche, ma un senso per subito, mentre cammini, di sera, è guardare la luna, che sembra una cosa piccina così tanto per e invece no, alzi la testa e lei alza te, un po' come il sole di giorno, ma più profondamente piano. Chissà come farà. Stranissimo. Nulla non è.
Adesso che ci penso non so neanche come facciano idrogeno e ossigeno a mescolarsi in proporzioni esatte sempre due a uno e come mai le foglie a terra abbiano tutte gradazioni differenti, stranissimo, chissà, anche noi siamo tutti diversi e poi ci combaciamo, anche noi con due occhi vediamo una sola immagine due a uno, poi no, noi di più, noi andiamo oltre, come rapporto, come quando hai sete non solo di acqua, ma di pensiero. Che poi anche le foglie avranno sete non solo di acqua, non so, noi comunque solo occhi senza pensiero saremmo un bicchiere mezzo vuoto, di quelli che non sai bene cosa farci, invece col pensiero diventiamo un bicchiere spumeggiante. Stranissimo. Profondo. Chissà.
Come sottotraccia va detto che in questo periodo, sul combaciare, molti ci scrivono un sacco di poesia e io non lo so se sia giusto definirla poesia, io mentre scrivo ho un muso di cane che mi guarda, non mi permetterei mai, poi che genere sarei, tutta virgole dice dice non dice nulla, chissà, invece ci tengo a dire che orsù come parola mi viene trascurata in tutti i generi possibili e immaginabili, orsù è bellissima come parola, lo dice anche il muso, che generi in un periodo in cui non abbiamo forma e governo come parola non va, che la crusca non mi piace e scrivere è un ascoltarsi dentro, quindi ben vengano le parole masticate, ben vengano le braccia aperte da guardarci, l'importante è capire sempre che le persone, tutte, noi non siamo concessionarie di auto e i sentimenti non si provano tanto per, quindi l'amore scritto, descritto, vissuto, dato, ricevuto, sofferto, colorato, spento, l'amore con l'aggettivo qualificativo possessivo determinativo spumeggiante, non indefinito, dimostrativo, quello, l'amore non deve mai essere inteso come una forma di spam. Mai. Da nessuno. È per forza un'altra cosa, cosa chissà, comunque nulla non è. E a me, quando non c'è nessun perchè apparente, ma comunque succede e quindi un perchè c'è anche se non si vede, a me chissà, quel perchè lì piace troppo. Ecco volevo dire questo.

mercoledì 6 novembre 2013

arte

“ecco io questa cosa, che nella vita me l’han detta, delle volte, Se potessi realizzare un tuo desiderio, cosa desidereresti?, ecco questa cosa qui, che nella vita se te lo chiede uno ti vien da pensare che è infantile, e che è rimasto indietro come la coda del maiale, io l’ultima volta che ho visto Stalker, quando sono arrivato lì io ci ho pensato per davvero, a qual era il mio più grande desiderio; Tarkovskij col suo film è riuscito a far di questa cosa puerile e infantile e indietro come la coda del maiale una cosa vera, e acuta, avrei voluto dire, che ti scavava dentro, che superava tutti gli schermi che avevi nella testa e ti toccava dentro, avrei voluto dire, e questa, forse, è l’arte, avrei voluto dire, e è più vera di quello che è vero, la realtà, ma non l’avevo detto, perchè quel giornalista mi aveva chiesto E cosa aveva desiderato?, e io avevo detto Non ve lo dico, e avevamo parlato d’altro, e poi alla fine, quando ero andato a fare la pipì, mi era venuto in mente un libro che ha scritto un mio amico, libro che si intitola Sulla felicità a oltranza, e il mio amico si chiama Ugo Cornia, e il libro parla, in sostanza, anche se non è bene riassumere i libri, ma, per capirci, Ugo in quel libro lì parla di quando nel giro di pochi mesi gli sono morti il babbo e la mamma, e quel che racconta il libro, in sostanza, è il bene che Ugo voleva a suo babbo e a sua mamma, e quella cosa lì, nella vita, se un tuo amico ti venisse vicino e ti dicesse Io voglio tanto bene a mio babbo e a mia mamma, tu lo guarderesti e gli diresti Eh, invece, a legger questa cosa dentro il libro, che non c’è scritta, ma c’è, a te, intanto che lo leggi, ti viene in mente il bene che tu vuoi o hai voluto a tuo babbo e a tua mamma, quel libro lì ti scava dentro, e ti tocca, e questa cosa, in sostanza, è l’arte, avevo pensato, e poi avevo pensato che l’avrei potuto anche dire, quel che avevo desiderato, e quel che avevo desiderato era di esser buono, di esser buono, come quando ero piccolo, e indietro anch’io come la coda del maiale”

Paolo Nori, Presente, Einaudi 2012

lunedì 4 novembre 2013

Ad ogni piede la sua scarpa

Ad ogni piede la sua scarpa, ma io, siccome sono scarpa dipendente, quando ho il colpo di fulmine oscillo dal 37 al 41 pur di averla e questo, alla faccia di Cenerentola, secondo me spiega moltissime cose. Col pigiama mai iniziato perché ha la sensualità di chi non cammina scalzo in casa propria e vuoi mettere arrotolarsi nelle coperte? quindi se proprio, ma proprio, niente, nemmeno quando nevica, mai.
Ho smesso anche con le sigarette e iniziato col caffè al ginseng, che la prima tazzina mica mi piaceva poi non so come abbia fatto a diventarne dipendente, ma tra lui e velluto Giorgio non ci penso un secondo e comunque, il caffè, lo metto sempre dopo le scarpe, la cioccolata al sale e gli accendini gialli, che non li uso più ma continuo inspiegabilmente e con un certo piacere a trasportarli nel mio universo parallelo insieme alle sempre sul pezzo gnappe e ad appunti con disegnini sparsi diversamente leggibili.
Va detto che ho indossato cappotti pesanti pieni di incubi, parole e accendini per un bel po', poi smussa di qui, pensa di lì, un passino dopo l'altro ho imparato a stringere le mani e ascoltarmi in silenzio e adesso, come cappotto, solo uno leggerino leggerino che fuori scalda niente, ma dentro, dentro un caldino che insomma, funziona alla grande.
E a questa indipendenza qui, io, adesso e poi anche dopo, smettere mai.

venerdì 1 novembre 2013

Tu sei qui

"Copriti, vestiti bene, hai mangiato abbastanza? Lascia tutto a casa, non portarti niente che è una città pericolosa e rubano tutto."
Camminare, respirare fortissimo.
"Ciao, come stai? Ti presento mia moglie. Ho fatto bene a non sposare la nostra amica, è imbruttita tantissimo."
Risatona.
Erasmo diceva che le idee migliori non vengono dalla ragione, ma da una lucida follia visionaria.
Scappare, pensare fortissimo.
"Pensa la mia ex adesso sta con uno che ha chiesto l'annullamento dopo vent'anni di matrimonio e due figli. E poi, oh scusami, ma insomma che cazzo fai? Lo vuoi capire che sei grande e mi disturbi mentre parlo?" (ndr sei anni, povera stella e precisiamolo, disturbano molto di più gli intercalari volgari rivolti ad un bambino di tutto il resto.)
Basta. Mi arrendo. Santi, morti o vivi basta, mi manca un a Natale che fai e non rispondo più di me. Basta risate fragorose e persone vischiose che vedono il presente come un appena passato, basta bla bla vuoti, la voce per me è il senso più senso di tutti, andrebbe coccolata, accarezzata, pensata, non vomitata come un pugno. Esiste forse qualcosa di più bello di quando le parole di uno entrano in quelle dell'altra e ci fai l'amore ad occhi chiusi con quel silenzio pieno di complicità lì? Non è forse il tatuaggio dentro più indelebile di tutti?
Basta acrobazie. Per me, ora, adesso, subito, doccia caldissima, musica e relax. Tu sei qui.